Reduced Admissions for Cerebrovascular Events During COVID-19 Outbreak

SNO Approfondimenti

A cura di:
Valeria Piras, Valentina Oppo, Luigi Cocco, Giuseppe Fenu (SC di Neurologia e Stroke Unit, Dipartimento di Neuroscienze, Azienda Ospedaliera “Brotzu”, Cagliari)
Marta Melis (SC di Neurologia, A.O.U P.O. Policlinico Duilio Casula, Cagliari)
Bruno Del Sette (Unità di radiologia interventistica, Ospedale Maggiore di Novara)
Erika Erriu (U.O. di Neurochirurgia, Azienda Ospedaliera “G. Brotzu, Cagliari)

A Giugno 2020 l’epidemia di malattia da COVID-19 ha portato a circa 300.000 decessi in tutto il mondo. Curare questi pazienti e contenere l’epidemia è diventata la priorità principale, correndo il rischio di possibili danni collaterali sui pazienti con altre malattie acute. In questi due studi multicentrici, svolti in due paesi tra i più colpiti in Europa dall’epidemia (Italia e Spagna), viene mostrata una riduzione dei ricoveri per eventi ischemici cerebrali e una riduzione delle procedure di rivascolarizzazione nel periodo COVID-19 rispetto al periodo pre-COVID 19. Considerando che non c’è motivo di pensare ad una reale diminuzione dell’incidenza di ictus ischemico, questo cambiamento può essere ricondotto alla profonda modifica del sistema di assistenza a causa dell’emergenza pandemica. Inoltre, nello studio di H. Tejada Meza et al è stato riportato anche un peggioramento dell’Aspect score e un aumento del tempo “deetction-to-sympotms-to-door” e del tempo “door-to-needle”. Questo ritardo nella gestione extra e intraospedaliera è possibilmente correlato ai nuovi protocolli istituiti che determinano un ulteriore sovraccarico nei reparti di emergenza sopraffatti dalla pandemia (test PCR per COVID-19, l’uso di dispositivi di protezione individuale, o la sterilizzazione della sala di controllo CT contaminata).
Questi studi mostrano come l’epidemia di COVID-19 ha avuto un impatto indiretto sulla cura dell’ictus e suggeriscono la necessità di strategie utili a migliorare il mantenimento della cura di tutti i pazienti (COVID e non) durante l’attuale epidemia.

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