Cura dell’Ictus:

doverose alcune Precisazioni

 

In relazione ai ripetuti tentativi di affidare la cura dell’ictus a strutture che, nella pratica quotidiana, non sono dedicate alle patologie del sistema nervoso, riteniamo doveroso fare alcune precisazioni. È necessario che il requisito di partenza sia la garanzia che l’erogazione delle cure avvenga in condizioni di appropriatezza, efficacia, efficienza, qualità e sicurezza.
Questi requisiti sono condizionati da tre aspetti:

• Il Personale
La competenza professionale specifica è legata, oltre che alla formazione, anche alla casistica trattata sia per numero che tipologia dei trattamenti.
Appare logico che gli specialisti che eseguano trattamenti endovascolari per la terapia dell’ictus cerebrale debbano essere adeguatamente preparati con una formazione teorica e pratica di almeno due anni.

• Le tecnologie
Attualmente l’alta tecnologia richiesta per garantire sicurezza ed efficienza dei trattamenti neuro radiologici, non consente una dispersione di risorse, alcune tecnologie “pesanti” non possono essere distribuite su ogni struttura ospedaliera, ma centralizzate.

• L’organizzazione
La complessità della valutazione dei pazienti richiede un approccio multidisciplinare specifico, che trova nel Dipartimento di Neuroscienze lo scenario ideale.
Le linee guida del’AINR e le raccomandazione della ESNR riportano alcune caratteristiche indispensabili dei Centri di Neuroradiologia Interventistica:

  • Certificazione che il centro deputato al trattamento neuro interventistico effettui ogni anno almeno 80 procedure endovascolari del distretto cranio-encefalico, maxillo-facciale e spinale, sia su patologia emorragica (malformativa e traumatica) che steno/occlusiva (trombectomia e stenting intracranico);
  • Relativamente alla patologia aneurismatica intracranica, data la qualifica di centri hub di riferimento, è raccomandato che vengano eseguiti almeno il 20% degli aneurismi complessivamente trattati per via endovascolare o chirurgica, sia in urgenza che in elezione;
  • Presenza h24 di attività diagnostica specialistica e di attività interventistica endovascolare;
  • Presenza h24 di idonee sinergie per la gestione dei casi complessi ed eventuali complicanze (medico anestesista-rianimatore).

Anche limitatamente al solo trattamento endovascolare delle occlusioni vascolari intracraniche dei vasi maggiori (ictus ischemico) non si può prescindere dalla necessità di garantire al paziente l’erogazione delle cure in condizioni di appropriatezza,efficacia, efficienza, qualità e sicurezza .
Laddove alcune condizioni organizzative risultino in ritardo o insufficienti nell’organizzazione della rete hub-spoke, alla base del Decreto Ministeriale 70 del 2015 , in ogni caso lo specialista ( neuro radiologo, radiologo, neurologo, neurochirurgo, cardiologo) che si approcci al trattamento dell’ictus ischemico per via endovascolare, deve possedere un’adeguata e riconosciuta preparazione nella diagnostica angiografica cerebrale e nel trattamento endovascolare .
E’ peraltro indispensabile che il tutto avvenga in una struttura ospedaliera che abbia le specialità di rianimazione neuro dedicata e di neurochirurgia , le uniche che possano intervenire in caso di complicanze conseguenti al trattamento endovascolare cerebrale.
L’assenza di un DPTA certificato e delle competenze professionali piuttosto che risolvere il problema ictus potrebbe comportare conseguenze per i pazienti con ricadute anche medico legali.
A tal fine SNO, AINR, sono pronte a supportare la richiesta di preparazione degli specialisti in un’ottica di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale presente e condiviso, ricordando che la Stroke Unit rimane la struttura centrale ove il paziente riceve le cure più adeguate.

 

Maurizio Melis, Presidente SNO

Mario Muto, Presidente AINR