Intravenous Thrombolysis With Tenecteplase in Patients With Large Vessel Occlusions. Systematic Review and Meta-Analysis

SNO Approfondimenti

A cura di:
Valeria Piras, Valentina Oppo, Luigi Cocco, Giuseppe Fenu (SC di Neurologia e Stroke Unit, Dipartimento di Neuroscienze, Azienda Ospedaliera “Brotzu”, Cagliari)
Marta Melis (SC di Neurologia, A.O.U P.O. Policlinico Duilio Casula, Cagliari)
Bruno Del Sette (Unità di radiologia interventistica, Ospedale Maggiore di Novara)
Erika Erriu (U.O. di Neurochirurgia, Azienda Ospedaliera “G. Brotzu, Cagliari)

Attivatore tissutale del plasminogeno selettivo, maneggevole e a lunga emivita, il tenecteplase appariva da iniziali evidenze superiore all’alteplase in termini di tassi di ricanalizzazione e non inferiore in termini di outcome funzionale a 3 mesi (Stroke 2019; 50:2156). In attesa di dati più consistenti, una recente revisione sistematica e metanalisi si pone lo scopo di capire se in specifici sottogruppi di pazienti il tenecteplase possa essere un’alternativa più efficace all’alteplase. Limitatamente ai pazienti con occlusione di grosso vaso trattati entro le 4,5 ore dall’esordio dei sintomi, i dati estratti di 443 pazienti evidenziano come nel gruppo trattato con tenecteplase rispetto al gruppo trattato con alteplase ci sia una probabilità due volte maggiore di un buon outcome (punteggio modified Rankin scale 0-2) a 3 mesi e una probabilità tre volte più alta di ricanalizzazione. Il numero di emorragie sintomatiche intracraniche non differiva in maniera significativa tra i due gruppi. Rimaniamo in attesa dei dati di diversi trial di fase 3 in corso che chiariranno quale sia la dose ottimale del farmaco e se il tenecteplase possa avere indicazioni specifiche al di fuori della finestra terapeutica o in trattamenti combinati con trombectomia.

 

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