In ricordo del Dott. Luciano Abruzzi

Ciao Luciano,

per i tuoi cari, per i tuoi amici, per i tuoi pazienti, per i tuoi colleghi, così come per me impossibile parlare di te al passato.  Abbiamo lavorato insieme per cinque anni, non tanti, ma sufficienti per apprezzare il tuo modo di vivere la professione medica, così attento alla cura delle persone, soprattutto le più fragili. Hai scelto malattie difficili alle quali dedicarti: il Parkinson e le demenze. Malattie croniche e progressivamente invalidanti. Hai saputo formulare diagnosi con sapienza e comunicarle con delicatezza; hai accompagnato i pazienti nel loro percorso di malattia rassicurandoli, facendoli sentire sempre accolti quando avevano bisogno; hai sostenuto e aiutato i famigliari nei momenti di sconforto e difficoltà. Il tempo non ti mancava mai, anzi c’era sempre spazio per ascoltare chi aveva bisogno o per una nuova avventura. Bene lo sa l’ASST di Cremona, dove hai creato e coordinato gli Ambulatori dedicati; bene lo sa la Tartaruga, l’Associazione (Cremonese Parkinson e Disturbi del Movimento) che hai sostenuto sin dalla sua fondazione e con cui hai promosso infinite iniziative scientifiche e ricreazionali; bene lo sanno i tuoi pazienti a cui non negavi mai un momento di attenzione e con cui avevi recentemente sperimentato un percorso di medicina narrativa – Il Parkinson non è un cappello – che sarebbe dovuta diventare pratica abituale del tuo ambulatorio; bene lo sanno i tuoi colleghi e tutto il personale sanitario con cui lavoravi sempre con spirito collaborativo ed estrema disponibilità.

Con la stessa dedizione e disponibilità e con il grande senso di responsabilità che ti hanno caratterizzato per tutta la tua lunga professione, hai affrontato l’emergenza COVID.  Purtroppo la tua caparbietà non è bastata; ci lasci il tuo sorriso e un grande esempio.

Che tu possa navigare in acque tranquille con il vento in poppa.

Maria Sessa